E’ il prodotto del vello della pecora. Può essere: AGNELLINA, se prodotta dagli agnelli; MATRICINA, se ricavata dalle pecore mediante la tosatura; DI CONCIA, se ricavata dalla depilazione delle pelli delle pecore morte o macellate; SUCIDA, se ancora ricoperta del grasso naturale della pecora e di altre scorie; GREGGIA, se non ancora lavorata e rifinita; BISTOSA, quando le pecore vengono tosate due volte all’anno; SALTATA, quando la lana viene lavata sul corpo della pecora facendola saltare in un torrente di acqua; RIGENERATA O MECCANICA, se ricuperata dalla sfilacciatura degli stracci o dagli scarti della lavorazione. Ricordiamo che si chiama lana, ufficialmente, solo il prodotto derivante dalla tosatura di pecora. Quindi il cashmere, il mohair, il cammello, il vicuna (vigogna), il lama, l’alpaca sono da intendersi fibre speciali e non sono tutelate in Italia e nei paesi della Cee dal marchio “pura lana vergine”.

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